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La più grande Fabbrica d’Armi


Bandiera Regno delle Due SicilieLa produzione di armi, sia da fuoco che bianche, era dislocata in diversi siti all’interno dei confini del Regno delle Due Sicilie, sia al di qua che al di là del faro. I Borbone, specialmente Ferdinando II, avevano improntato la produzione armiera in modo tale da rendere il proprio Regno autosufficiente e non dipendere dunque, in nessun modo, dagli acquisti all’Estero (all’epoca una grande fonte di approviggionamento era rappresentata dalla produzione belga). Questo impegno era rivolto anche all’acquisizione di materie prime, ferro compreso.

La più grande fabbrica d’armi e il polo principale di produzione erano situati a Torre Annunziata (in provincia di Napoli, a pochi kilometri dalla Capitale). Nata sotto il Regno di Carlo III di Borbone, essa produceva sia armi avancarica che armi bianche (sciabole, baionette) e fungeva da centro di assemblaggio ricevendo parti e componenti provenienti dagli altri luoghi di produzione presenti nelle altre province del Regno. Il ferro giungeva da Mongiana (Vv), in Calabria, dove aveva sede una importante fonderia che ricavava dai giacimenti locali il minerale. La fabbrica, a seguito del 1860 passò in mano ai piemontesi. Durante il Regno d’Italia continuò a produrre armi ma iniziò un lento e inesorabile declino fino a vivere un’ultima fase come spolettificio per poi chiudere definitivamente. Oggi è una sede Universitaria.

Le Reali Ferriere di Mongiana, situate in Calabria, erano sorte nel 1782 nell’intento di fornire al Regno una concretaReale Ferriera di Mongiana autonomia sotto il profilio minerario. Mongiana era una fonderia di ferro, usato, tra le altre cose, per fabbricare le canne dei fucili, i cannoni, le lame delle spade, affusti etc. La fonderia contava tre altiforni. Annessa ad essa le officine deputate alla fabbricazione di fucili avancarica e armi bianche, affusti per cannone, ruote, campane, arcate in ferro, acciarini, bacchette e luminelli. La fonderia contava circa 1.000 addetti, generando così una fonte economica in una zona così aspra. Anche Mongiana, come Torre Annunziata, cessò gradualmente di esistere dopo gli eventi unitari.

 

LaRegia Officina Dè Piastrinai in Lancusi, in provincia di Salerno, era alle dipendenze di Torre Annunziata. Essa produceva gli acciarini, cioè i meccanismi montati sulle armi ad avancarica. Il lavoro era eseguito da armaioli privati che venivano reclutati per la produzione militare. Producevano per la maggiore piastre per fucili con canne da 38 e 40 pollici di lunghezza.

Il Regio Opificio di Canne Militari di Poggioreale, in provincia di Napoli, manifattura nata nel 1839 per fornire canne per armi da fuoco allo stabilimento di Torre Annunziata. La produzione si aggirava sulle 1.200 unità all’anno.

Reale Albergo dei Poveri (Napoli)

La Fabbrica di Piastre da Fucile del Reale Albergo dei Poveri in Napoli. L’officina, nata nel 1834, serviva alla costruzione di acciarini da montare sulle armi assemblate a Torre Annunziata. La produzione contava circa 60 pezzi al mese. Era qui che, grazie a una pressa meccanica, veniva impresso sulle piastre la dicitura “Mra Rle di Napoli. Vi lavoravano più di 200 persone fornite di tutto l’occorrente: morse, forge, banchi da lavoro. Una nota caratteristica delle piastre prodotte nel Regno delle Due Sicilie era la prassi di marchiare il lato interno con l’anno di fabbricazione. Per questo motivo, è facile oggi identificare una piastra duosiciliana, nonostante l’opera di cancellazione (limatura della scritta Mra Rle di Napoli) operata dopo l’annessione del 1860 e che portarono alla trasformazione delle armi borboniche prodotte nel periodo napoletano per adattarle all’uso e bisogno piemontese.

La Reale Armeria Privata di Sua Maestà provvedeva prevalentemente alla riparazione o alla riduzione dalla pietra focaia delle armi da fuoco. Tale fabbrica era addetta alla produzione di nuove armi, in particolare un fucile avancarica, il modello Cacciatori a Cavallo con canna da 38 pollici, senza baionetta e fornimenti in ottone nonchè altre armi da fuoco e armi bianche per i Reali di Napoli.

L’Officina d’Armi Bianche di Sparanise, in provincia di Caserta, situata a pochi kilometri da Capua. In essa si producevano sciabole-baionette per le Carabine da Cacciatori [link a foto catalogo] da 32 pollici. Chiaramente la produzione era limitata alle sole lame le quali, una volta prodotte, venivano spedite presso altre officine dove venivano assemblate con impugnature e foderi.

La Regia Fabbrica di Macchine in Pietrarsa, vicino Napoli, contava circa 1000 addetti ai lavori.Reale Opificio di Pietrarsa
Vi si costruivano macchine a vapore per treni e navi, vi si realizzavno cannoni, granate, daghe, razzi e cartucce ed era inoltre una scuola per conduttori di caldaie. Fu costruita nel 1840 e dopo gli eventi del 1860, fu smantellata gradualmente fino alla chiusura.

L’Arsenale di Napoli aveva sede nelle vicinanze del Maschio Angioino. Sorta nel 1792, vi lavoravano 500 operai. Si costruivano ponti, carrette, affusti, cannoni e macchinari d’artiglieria.

 

Il Regio Arsenale di Palermo nacque come centro di costruzione dei pezzi di artiglieria per l’esercito.

I Laboratori Pirotecnici erano destinati al confezionamento delle munizioni da guerra. Si trovavano nelle seguenti località: Castel Nuovo (Na), Capua (Ce), Gaeta (Lt), Pescara, Posillipo (Na), Torre Annunziata (Na).

La Reale Polveriera di Scafati, in provincia di Salerno, era destinata alla fabbricazione di polvere da sparo per uso militare. Iniziò la sua produzione nel 1854.

Il Laboratorio Pirotecnico di Torre Annunziata, sorto nel 1831, fu adibito alla produzione di polvere da sparo per uso militare.

Il Laboratorio Pirotecnico di Gaeta, destinato alla produzione di polvere da sparo e confezionamento di proiettili, restò in funzione fino al febbraio del 1861, mese in cui la fortezza si arrese ai piemontesi dopo un lungo assedio che vide tra gli assediati lo stesso Francesco II, ultimo Re delle Due Sicilie.

La Reale Fabbrica per la Fabbricazione delle Capsule Fulminanti da Fucile la cui manifattura nacque presso l’Arsenale di Napoli. Essa possedeva tre macchine per la fabbricazione delle capsule per l’accensione della carica nei fucili a luminello.



Acciarino Mod. 1844 Borbonico Le Armi Militari a Pietra Focaia nel Regno delle Due Sicilie – Parte I
Acciarino Mod. 1844 Borbonico
Le Armi Militari a Pietra Focaia nel Regno delle Due Sicilie – Parte I

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